Amadeus apre le porte del Festival di Sanremo a Chiara Ferragni: le motivazioni
In una recente svolta di eventi che ha visto protagonisti il direttore del Festival di Sanremo, Amadeus e l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, emerge una controversia legata a una sanzione imposta dalla Rai per pubblicità occulta.
Il Tar ha infatti condannato l’azienda di radiotelevisione italiana a una multa di 175mila euro, sanzione che Amadeus e Ferragni hanno deciso di dividere equamente tra loro. Questa decisione è stata resa pubblica durante la conferenza stampa della quarta serata di Sanremo, riaccentuando l’attenzione sull’imprenditrice e sulle dinamiche interne al Festival.
Amadeus disponibile ad ospitare Chiara Ferragni
Enrico Lucci, noto inviato di Striscia la Notizia, ha colto l’occasione per interrogare Amadeus sulla possibilità di far salire la nota influencer sul palco di Sanremo per un gesto pubblico di scuse. La domanda precisa di Lucci: “Se Chiara Ferragni ti avesse detto di poter venire a Sanremo e salire sul palco per spiegare i suoi errori di comunicazione tu avresti accettato?“.
Il noto giornalista ha ricevuto una risposta aperta da parte di Amadeus, il quale ha affermato: “Se me l’avesse chiesto, avrei sicuramente accettato”. Questa dichiarazione lascia trasparire una certa apertura da parte del direttore del Festival verso la possibilità di mediare e chiarire situazioni complesse attraverso la piattaforma mediatica che Sanremo offre.
La protesta degli agricoltori e la posizione della Rai
La conversazione ha poi virato verso un’altra tematica sensibile: la presenza e rappresentanza delle proteste agricole all’interno del Festival. Alla domanda provocatoria: “Chiara Ferragni sì e i trattori no?“, Amadeus ha precisato la sua posizione, sottolineando come fin dall’inizio avesse espresso disponibilità a includere sul palco rappresentanti della protesta degli agricoltori.
Tuttavia, ha rimandato la responsabilità della mancata realizzazione di questo confronto alla dirigenza Rai, la quale ha motivato l’assenza di un dialogo con la frammentazione delle rappresentanze agricole: “Finché non c’è una delegazione unitaria non sappiamo chi siano gli interlocutori ufficiali con i quali confrontarci“.